lunedì 18 aprile 2011

Dei suoni...

Dei suoni del vento del sordo richiamo si infrange smarrito il percorso infuriato del ricordo al mattino. Allo sguardo improvviso dell’avido giorno che non sa non vuole sapere ciò che attende e respira e ricorda in una notte di Vino e parole inattese dell’ incedere calmo del mio quotidiano.

achabjazz

AUTOBUS

Strizzo gli occhi con violenza e l’interno dell’ autobus scompare. La ragazza grassa davanti a me con le buste gialle della spesa mi rimane impressa nella retina come una visione; poi si dissolve. Immagino di essere sotto il sole. La pelle inizia a bruciarmi, le vene in evidenza come se fossi trasparente, come se fossi scolpito nelle linee del marmo. Quando riapro gli occhi sento le pupille che si stringono troppo velocemente e ho un momento di vertigine, mentre le vibrazioni dei vetri mi rimbombano nelle tempie. Quando il mondo ridiventa nitido non so per quanto tempo ho chiuso gli occhi. Ricordi, punti luminosi mi ballano davanti. La ragazza grassa è scomparsa. Sono sicuro che non la vedrò mai più, almeno fino alla prossima volta.

jacklord

FERMO IMMAGINE

… Poi l’urlo concavo del tuo fiato inghiotte spicchi di luna come eclissi. Mi perdo nel riflesso dei tuoi occhi rubini e non riconosco un nostro bacio smarrito sul fondo di un vino scarlatto come sangue, arterie e bolle d’aria… Dissolvenza in nero.


Finché il profumo diventa profumo di te, straniero sono dei tuoi sensi, assoluto nemico dei tuoi quotidiani risvegli, diligente sguardo, inconcludente, ma profondamente disattento. Ti amo perché non attendi la mia poesia.

radiobemba

domenica 17 aprile 2011

Sotto il bicchiere


Nella notte c’è la vita, ammettiamolo, Emilio si è comprato un libro dalla punteggiatura diabolica, paziente, come una finta collaborazione…
Emilio riceverà l’intento.
Il carteggio da cui risulta che l’impegno di un poeta corrisponde ad un illecito, l’immutabile costituzione cosmica dell’amore è l’altro elemento costitutivo che sviene… “ L’eleganza del pensiero”

Questo, spesso, avviene nella geometria della casa di Arturo: l’ironia della sua scrivania, l’inconcludente meraviglia dei suoi oggetti sparsi e progressivamente polverosi, l’ immutarsi di un impetuoso disincanto… “La rozza vagabonda paura negligente dell’amore”

“Nei nostri discorsi ci sono oscillazioni” sparò nel buio Giacomo davanti a due occhi simili alla bellezza di un mare in continuo ondare.
“Vocazione dell’utopia, o forse professione del realismo, prospettiva coerente…” cantò lei.
Giacomo aggredì la sua approssimazione,  e lasciò il suo intento alla dovuta risposta in un sommesso balbettio… “mi piaci e..”
“Utopia capovolta, adattamento a concepire la donna come una forma impassionale, rassegnata” impose lei.
Giacomo guardò l’ aporia dell’ora notturna, impedì che la bellezza di lei stracciasse il suo convergente innamoramento e disse, finalmente, “ma la scienza è il discorso o l’insieme dei discorsi? ”.

radiobemba